Il ballo dei TOS di Google e Corriere

I

Stamane, giusto per non essere banali, si è parlato in un po’ di liste di **Terms of Service** (in gergo TOS) e di come facilmente l’utente medio **rilascia informazioni** su di sè e diritti intollerabili senza nemmeno dare un’occhiata a quello che gli si propone.

L’esempio più eclatante è quello di Google, che nella sua TOS reperibile [qui](http://google.com/accounts/TOS) recita un poco di condizioni ragionevoli ed un po’ di condizioni **non ragionevoli*.
Ecco cosa succede, ad esempio, a chi immette un qualunque contenuto in Google *(sia esso Gmail, Picasa e/o altri ed eventuali)*:

> 11.1 [l’utente rilascia] non-exclusive licence to reproduce, adapt, modify, translate, publish,
E fino a qui ci siamo…
In effetti è ovvio che dobbiamo **autorizzarli a
trasmettere** e a **modificare** (tecnicamente parlando un resize è una
alterazione) il contenuto…
Se poi **non potessero ritrasmetterlo** sarebbe una bella gatta da pelare
per una società che DISTRIBUISCE contenuti, non credete?
Ovviamente significa anche che hanno tutto il diritto di **fare un libro** con i miei contenuti e di rivenderlo senza pregressa autorizazione. O di **vendere alla NSA** tutta la nostra posta senza dover richiedere nulla, ma sono dettagli…
> 11.1 publicly perform, publicly display and distribute any Content which you submit, post or display on or through, the Services.[…]
Strettamente parlando anche se in una trasmissione televisiva **mostrano
una homepage** in cui c’è un mio faccino è “publicly perform”, quindi
nulla di entusiasmante, per quanto mi riguarda. E’ un **business contract**,
dopo tutto…
Certo significa anche ne la prossima trasmissione televisiva che trasmettono potrebbe contenere il mio video di InfoSecurity 2007 senza che **me ne venga in tasca** una lira…
> 11.2 You agree that this licence includes a right for Google to make such Content available to other companies, organisations or individuals with whom Google has relationships for the provision of syndicated services, and to use such Content in connection with the provision of those services.
Ovviamente essendo una azienda che ha sussidiarie e controllate vogliono
che tu gli dia la possibilità di fare quei mashup che tanto piacciono al
CL (cfr. “Storie di Sala macchine”=]) comune.
Ne è un esempio Panoramio, che con le foto di Picasa e con le mappe di
Google Maps ricava un terzo servizio di Geologalizzazione fotografica.

Nulla di particolarmente rilevante, ma il bello viene in seguito…

> 11.3 You understand that Google, in performing the required technical steps to provide the Services to our users, may (a) transmit or distribute your Content over various public networks and in various media;
Altrimenti non potrebbero usare Internet per diffondere il materiale,
essendo i carrier Internet, per definizione, “public networks”.
> and (b) make such changes to your Content as are necessary to conform and adapt that Content to the technical requirements of connecting networks, devices, services or media. You agree that this licence shall permit Google to take these actions.

Che è assolutamente normale da un **punto di vista delle periferiche**.
Uno dei cambiamenti più standard è il ridimensionamento o il cropping di
una immagine a 1800 megagigaterapizzel per la visione su un dispositivo
mobile come può essere il magggico IPhone o il cellulare della Nokia.

MA (a questo punto ci vuole un MA):

> 11.1 […] By submitting, posting or displaying the content you give Google a perpetual, irrevocable, worldwide, royalty-free, and

Che è in realtà l’unica **incredibile**, **inspiegabile** (spiegabilissima ad
essere paranoici, in verità) “falla” nel contratto che porta il tutto ad
essere paurosamente “**Orwelliano**” è il “solito” claim di Google della
“**perpetual irrevocable**” license.
éazienza che a posteriosi sia rimarcata
“non esclusiva” (*e ci mancherebbe!*) e royalty free…
Se non fosse perpetua direi che è un contratto cautelativo ma
perfettamente applicabile, ma il perpetuo lì in mezzo mi terrorizza…
Non importa se rimuoverete i contenuti, se deciderete di cancelarli: loro potranno sfruttarli ab eternum.

In realtà credo che in italia sia quantomeno opinabile… Ma dovrei andare a dare una occhiata più approfondita.
Rimane inoltre da capire come mai cediamo i diritti anche “**displaying the content**”… Cosa vuol dire? Che se faccio vedere **una qualunque pagina del servizio** perdo i diritti? E su cosa?!?!?!?

Certo che anche a casa nostra non siamo poi messi bene, sembrerebbe… Senza andare a fare i conti in tasca a Google anche Il Corriere **non scherza per nulla** con il nuovo sito “web 2.0″…

Il TOS del servizio lo trovate [qui](http://tinyurl.com/2mtedh) e tra i vari **interessanti punti** troviamo:
> E’ vietato pubblicare:
> a. Links a siti/forum/chat/blog concorrenti di Corriere.it
Non mi pare un bell’inizio per un sito d’informazione che punta **al dialogo con i lettori**…
> Questo regolamento potrà essere modificato in qualsiasi momento e senza preavviso, l’Utente è pertanto tenuto a consultarlo periodicamente per verificare la presenza di eventuali aggiornamenti. E’ in ogni caso esclusa qualsivoglia responsabilità della Società nei confronti dell’Utente relativamente a modifiche delle condizioni e termini di utilizzo e/o fruizione dei servizi.
Ma come? Corriere.it e io firmiamo un contratto e una delle due parti
può cambiarlo **senza dire niente all’altra**? Carino! Simpatico, elegante e
di stile…
> Ciascun partecipante si assume la piena responsabilità penale e civile derivante dal contenuto illecito dei propri messaggi e da ogni danno che possa essere lamentato da terzi in relazione alla pubblicazione degli stessi
Dubito proprio che Corriere.it possa escludere così ogni sua responsabilità…

Che dire? **Meraviglia delle meraviglie** vivere in un paese i cui nessuno legge e nessuno parla…

**P.S.** Ho volgarmente plagiato alcuni dei contenuti dal post di [Carlo Felice della Pasqua](http://treviso.typepad.com/se_una_notte_dinverno_un_/2007/10/il-nuovo-corrie.html)

l'autore

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
Puoi trovare informazioni su di me ed i miei contatti sul mio sito personale, compresi i link a tutti i social, mentre qui mi limito a raccogliere da oltre quattro lustri i miei pensieri sparsi.
Buona lettura.

di Matteo Flora

Matteo Flora

Mi chiamo Matteo Flora, sono imprenditore seriale, docente universitario e keynote panelist e divulgatore. Mi occupo di cambiare i comportamenti delle persone usando i dati.
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